L’omaggio del Prof. Dragan

Oggi, dopo 2000 anni, il grande re daco continua a vegliare ai confini delle terre che difese fino alla morte. A pochi chilometri da Orsova, sulle rive del Danubio, un Decebalo maestoso, monumentale, guarda attraverso il tempo.

Il suo sguardo è rivolto verso il luogo dove una volta i Romani si facevano strada nella roccia per arrivare dalla riva jugoslava del Danubio al cuore della Dacia, così come attesta la Tabula Traiana, tavola commemorativa eseguita per ordine dell’imperatore Traiano, per marcare la marcia delle sue legioni e per commemorare le vittorie sul regno daco nell’anno 105 d.C.

È un monumento alla caparbietà, all’audacia e all’orgoglio.

Un omaggio all’ultimo re daco da parte del Prof. Dr. Iosif Constantin Dragan. Industriale di successo e uomo di cultura, ma anche storico appassionato e assiduo ricercatore della storia dei romeni, Giuseppe Costantino Dragan crede con fermezza nella teoria, secondo cui il focolare “primario della civiltà” si trovava sull’antico territorio della Romania; da qui, la civiltà si estese fino ai territori dei Sumeri, dell’Egitto, della Turchia e della Grecia, al nord fino alla Scandinavia e all’ovest fino alle antiche regioni della Germania e della Britannia. I suoi studi, confermati da importanti specialisti delle maggiori università del mondo, descrivono i Traci come legittimi successori del grande Impero pelasgico, da cui provenivano non soltanto i Geto-Daci, ma anche i Troiani, gli Etruschi, gli Ittiti e i Macedoni.

È un monumento alla caparbietà, all’audacia e all’orgoglio.

Un omaggio all’ultimo re daco da parte del Prof. Dr. Iosif Constantin Dragan. Industriale di successo e uomo di cultura, ma anche storico appassionato e assiduo ricercatore della storia dei romeni, Giuseppe Costantino Dragan crede con fermezza nella teoria, secondo cui il focolare “primario della civiltà” si trovava sull’antico territorio della Romania; da qui, la civiltà si estese fino ai territori dei Sumeri, dell’Egitto, della Turchia e della Grecia, al nord fino alla Scandinavia e all’ovest fino alle antiche regioni della Germania e della Britannia. I suoi studi, confermati da importanti specialisti delle maggiori università del mondo, descrivono i Traci come legittimi successori del grande Impero pelasgico, da cui provenivano non soltanto i Geto-Daci, ma anche i Troiani, gli Etruschi, gli Ittiti e i Macedoni.

La roccia, alta 128 metri, situata nella zona delle rapide di Cazanele Mici, là dove il Danubio ha la maggiore profondità, pari a 120 m., è stata scelta da Giuseppe Costantino Dragan nell’anno 1985. I lavori cominciarono, però, otto anni più tardi, nel 1993. Alla fine, dalla roccia della montagna nacque il volto di Decebal Rex, notevole monumento, unico al mondo.

L’invincibile re Decebalo, che preferì togliersi la vita piuttosto che deporre le armi ai piedi dell’imperatore romano, merita un posto d’onore nel paesaggio di questo paese, da lui difeso con caparbietà, audacia e orgoglio. L’imperatore Traiano stesso seppe apprezzare la fierezza del re daco, dedicando alle cruente battaglie da questi intraprese contro di lui la Colonna di Traiano, a Roma. In fondo, Traiano può essere considerato l’erede di Decebalo, ha affermato Giuseppe Costantino Dragan, ideatore e finanziatore del monumento.

Decebalo ci guarda e veglia su di noi dalla roccia della montagna, al confine dei territori dove ha regnato, ha lottato ed è morto. Il suo volto mostra caparbietà, dignità ed orgoglio, i tratti sono espressivi, lo sguardo dritto, penetrante e acuto, tutto in lui suggerisce grande fermezza… È il volto di un grande re-eroe della storia dei romeni – Decebal Rex.

Decebal Rex

È un simbolo, ma anche un’esortazione trasmessaci da Giuseppe Costantino Dragan.

Chi viaggia verso “Decebal Rex Dragan Fecit” va verso l’origine della civiltà europea e scoprirà che un’Europa unita rappresenta il corso naturale della storia.

Prof. Dr. Iosif Constantin Dragan